Lo scandalo del vino al metanolo fu una truffa perpetrata mediante adulterazione di vino da tavola con il metanolo che si verificò in Italia nel 1986.
Il fatto accadde il 17 marzo 1986 quando l'ingestione del prodotto adulterato causò l'avvelenamento e l'intossicazione di parecchie decine di persone, per la maggior parte residenti in Lombardia, Piemonte e Liguria cui provocò danni personali gravissimi (cecità, danni neurologici) ed 23 morti.
Le vittime avevano bevuto vino proveniente e prodotto dalle cantine della ditta Ciravegna di Narzole in provincia di Cuneo, vino a cui i titolari, padre e figlio Ciravegna, avevano aggiunto dosi elevatissime di metanolo per alzare la gradazione alcolica, ignorandone la tossicità per l'organismo.
Il vino adulterato prodotto dai Ciravegna venne imbottigliato e successivamente commercializzato dalla ditta Vincenzo Odore.
Il ricovero ospedaliero di una donna intossicata, salvatasi, ma rimasta non vedente, permise nel 1986 di scoprire che numerose aziende vinicole vendevano del "vino" prodotto con miscele di liquidi e alcol metilico di sintesi. In tutto furono una sessantina le aziende coinvolte.
1986, Narzole: La beffa del metanolo