Il colpo di Stato spagnolo del 1981 (conosciuto in Spagna come 23-F e noto anche come golpe Tejero) fu organizzato e tentato, senza successo, da alcuni comandanti militari spagnoli.
L'atto più eclatante dell'intera operazione fu l'assalto al Congresso dei deputati, operato da un folto gruppo di militari della Guardia Civil comandati dal tenente colonnello Antonio Tejero Molina.
Il tentativo di golpe sprofondò per alcune ore la Spagna nell’incubo di una nuova dittatura, a soli cinque anni e quattro mesi dalla fine del regime franchista.
Tutto iniziò alle 18.22 del 23 febbraio 1981, quando nel Congreso de los Diputados di Madrid era in corso l’investitura del nuovo presidente del governo, Leopoldo Calvo-Sotelo, che avrebbe sostituito Adolfo Suarez appena dimessosi.
Durante la votazione un manipolo di militari, appartenenti alla Guardia Civil (un corpo paragonabile con i Carabinieri italiani), entrarono nel Parlamento armati di mitraglietta. Fra lo sconcerto dei deputati e quello dei giornalisti presenti, il colonnello Antonio Tejero salì sulla tribuna urlando “Quieto todo el mundo!” (tutti fermi!).
Subito dopo ci fu una scarica di spari, uno dei momenti più drammatici di quella serata di febbraio. I colpi vennero esplosi in aria dopo che Gutiérrez Mellado, militare nonché vicepresidente del governo, intimò a Tejero di immobilizzarsi e lasciare l’arma.
Poco dopo a Valencia ci fu il sollevamento militare capeggiato da Jaime Milans del Bosch.
Diversi comandi militari però, non si unirono ai comandi sollevati.
Le defezioni furono numerose, ed all’1 e 14 di notte il Re Juan Carlos comparve in televisione con un discorso contro i golpisti ed a favore della Costituzione del 1978.
Il sequestro dei deputati in Parlamento durò 18 lunghissime ore. Il 24 febbraio però, il giorno dopo, la Spagna poté tirare un sospiro di sollievo. Il golpe era fallito.
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