La Vespa 50 per gli anni Ottanta si presenta con la serie PK, praticamente gemella della sorella maggiore PK 125. Rispetto ai precedenti modelli 50, la PK si distingue per la nuova scocca, caratterizzata da linee spigolose.
Viene presentata, durante il Salone di Colonia del 1982: la posizione di guida è più confortevole con maggiori distanze tra manubrio, sella e pedana. I punti di saldatura non sono più in vista grazie ai bordi ruotati all'interno dei gusci scocca e del parafango. La leva di sinistra comanda ancora la frizione, ed è dotata del pedale del freno sulla pedana di destra.
La parte centrale della pedana reca una larga striscia di gomma antisdrucciolo. Il manubrio, in lega leggera, presenta il corpo centrale amovibile per un facile accesso ai componenti interni. Il guscio lato motore presenta uno sportellino incernierato, completamente liscio e senza feritoie.
Nel 1984 e per due anni, viene prodotta la versione automatica della PK 50, praticamente identica al modello base eccetto per la dotazione del cambio automatico. La leva di sinistra sul manubrio comanda il freno posteriore anziché la frizione, quindi la Vespa non è dotata del pedale sulla pedana di destra.
Dal 1987 la Vespa PK 50 S Automatica (VA51T) si evolve nella versione Plurimatic (VA52T), alla quale vengono apportati solo piccoli aggiornamenti estetici. Dedicata ai quattordicenni i quali però sembrano non apprezzarla a dovere, la Plurimatic, dotata di trasmissione automatica, funziona in realtà notevolmente bene.
Spot Vespa PX - 1980
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