L'attentato di Fiumicino fu un attacco terroristico perpetrato il 27 dicembre 1985 dal gruppo palestinese estremista facente capo ad Abu Nidal, che assaltò l'aeroporto di Roma-Fiumicino.
Contemporaneamente venne colpito anche quello di Vienna; i due attacchi ebbero luogo con una differenza di pochi minuti l'uno dall'altro alle 9:15 circa.
L'azione terroristica fu perpetrata da uomini armati che, dopo aver gettato bombe a mano, aprirono il fuoco con raffiche di mitra sui passeggeri in coda per il check-in dei bagagli presso gli sportelli della compagnia aerea nazionale israeliana El Al e dell'americana TWA, scegliendo le loro vittime in modo indiscriminato.
Nell'attacco all'aeroporto di Fiumicino furono uccise 13 persone (tra cui il diplomatico statunitense Wes Wessels e il generale Donato Miranda Acosta, addetto militare del Messico in Italia) e 76 furono ferite. I terroristi che parteciparono alla strage di Fiumicino furono in totale quattro: tre di essi furono uccisi dalle guardie della sicurezza aeroportuale nel corso dell'azione e uno, il capo del commando Mohammed Sharam, fu catturato vivo dalla Polizia.
Attentato Fiumicino, 27 dicembre 1985: 16 morti.