Con il termine Lunedì nero si indica il crollo della borsa di Wall Street di lunedì 19 ottobre 1987.
La ragione per cui non viene ricordato come il peggior crollo finanziario della storia è che i tempi di recupero furono estremamente rapidi, se paragonati al crollo del 1929 per il quale ci vollero 25 anni a riassorbire le ferite che aveva causato, mentre il crollo del 1987 fu riassorbito in pochi mesi e ci vollero meno di due anni per toccare un nuovo record storico.
Si trattò comunque di un momento incredibile, che segnò il maggior ribasso della storia avvenuto in una sola seduta, doppiando il terribile primato di quasi 60 anni prima.
Il primo mercato colpito dal crollo fu Hong Kong, cui seguirono l'Europa occidentale e gli Stati Uniti d'America.
Altri mercati avevano già subito perdite altrettanto rilevanti. L'indice americano Dow Jones registrò una perdita del -22,61 %, e l'improvviso crollo cagionò danni anche ai mercati italiani dove fortunatamente il crollo fu limitato ad un "modesto" -6.41 %.
L’impatto sui mercati mondiali del lunedì nero è stato così forte da aver di fatto rivoluzionato il mercato azionario mondiale. Da allora, per esempio, i mercati mondiali più importanti prevedono la sospensione dei titoli per eccesso di ribasso, concepita soprattutto per evitare effetti cascata.
Buona parte della responsabilità del crollo del 1987 venne attribuita al panic selling, acuito dall’utilizzo del “program trading”, una basilare tecnica di negoziazione automatica in cui i computer effettuavano le compravendite in base a limiti di prezzo prefissati.
Il Crollo del 1987