Nel 1988 tre balene grigie della California, due adulti e un cucciolo, riamangono intrappolate in un buco nel ghiaccio del Circolo Polare Artico, nella baia di Barrow.
Vvengono scoperte da un reporter e la loro situazione è subito pubblicizzata dal giornalista. La notizia attira l'attenzione internazionale e mette in moto un massiccio sforzo per liberare le balene dal ghiaccio.
Si poteva pensare di non agire e di lasciare che un evento naturale facesse il proprio corso. Non fu così. Greenpeace decise che la loro liberazione sarebbe stata molto più della loro singola salvezza. Rappresentava l’occasione per attirare l’attenzione del mondo sul dramma di questi meravigliosi mammiferi marini e sulla necessità di vietarne integralmente l
L’impresa non fu facile, non tanto per le difficoltà oggettive di rompere i ghiacci, ma per le delicate relazioni che si sarebbero messe in campo, e che richiedevano una notevole capacità di mediazione tra USA e URSS, in quanto la baia di strovata tra le due nazioni.
Il soccorso viene portato avanti grazie alla collaborazione di diversi gruppi: i cacciatori di balene Inuit, attivisti di Greenpeace, la Guardia Nazionale, il presidente degli Stati Uniti d'America Ronald Reagan e politici americani e l'URSS.
Si cerca di manterene il buco che peremtte ai mammioferi di respirare aperto, ma malgrado gli sforzi il cucciolo muore.
Infine una enorme nave-rompighiaccio sovietica arriva a rimuovere l'ultima barriera, liberando così le due balene superstiti dalla prigione di ghiaccio.