Ultimo segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica dal 1985 al 1991, fu propugnatore dei processi di riforma legati alla perestrojka e alla glasnos, e protagonista nella catena di eventi che portarono alla dissoluzione dell'URSS e alla riunificazione della Germania. Artefice, con la sua politica, della fine della guerra fredda, fu insignito nel 1989 della Medaglia Otto Hahn per la Pace e, nel 1990, del Nobel per la pace..
La sua politica di riforme avvierà numerosi processi di cambiamento che grazie alla Glasnost, alla Perestrojka e all'Uskorenie (accelerazione dello sviluppo economico), lanciati durante il ventisettesimo congresso del PCUS (nel mese di febbraio del 1986) porteranno alla fine della Guerra Fredda, arrestando la corsa agli armamenti tra USA e URSS e diminuendo grandemente il rischio di un conflitto nucleare.
L'11 ottobre 1986, infatti, Gorbaciov ed il presidente statunitense Ronald Reagan si incontrano a Reykjavik per discutere la riduzione degli arsenali nucleari installati in Europa.
Tutto ciò condurrà, nel 1987 alla firma del Trattato INF sulla eliminazione delle armi nucleari a raggio intermedio in Europa.
L'anno successivo, Gorbaciov annuncia la fine della dottrina Breznev, che permette alle nazioni del Blocco orientale di tornare alla democrazia.
La fine del sistema degli stati satelliti avrebbe anche liberato l'URSS di una parte dei costi di mantenimento di strutture militari ormai non più sostenibili.