Soprannominato Pablito, lo si ricorda principalmente per le sue prodezze e per i suoi gol al Mondiale 1982 dove, oltre a vincerlo, si aggiudicò anche il titolo di capocannoniere. Nello stesso anno vinse anche il Pallone d'oro.
Fortunatamente nel 1982 venne amnistiato prima che inziassero i mondiale ed Enzo Bearzot potè convocarlo nella nazionale che partiva per i Mondiali di calcio in Spagna.
L'inzio fu davvero fiacco. La Nazionale non riusciva a carburare e si faticò già per passare il primo turno.
A causa della pessima qualifica il secondo girone non prometteva nulla di buono: le potenze Argentina e Brasile già pregustavano la vittoria.
Ma proprio in questo momento Paolo Rossi tira fuori una grinta e una forza non comune trascinandogli Azzurri fono alla finale con la Germania.
L'11 luglio, al Bernabeu di Madrid, siamo i favoriti anche se nessuno, per primo il presidente Pertini in tribuna, lo ammetterebbe: assorbiamo anche lo choc di un rigore sbagliato da Cabrini.
Ma all'imporvviso Pablito: al minuto 12 del secondo tempo... testa in mischia e gol!
Altri 12 minuti e Tardelli segna il gol con la celebrazione più famosa nella storia del nostro calcio, altri 12 e Spillo Altobelli dribbla Schumacher e deposita in rete il 3 a 0. L'odioso Breitner si assicura che non sia nostro l'ultimo gol dei mondiali, ma a niente serve.
"Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo!", si "esalta" Martellini quando l'arbitro brasiliano Coelho raccoglie il pallone e sancisce il terzo titolo mondiale nella storia del calcio italiano, con Paolo Rossi che diventa icona del nostro Paese.
Paolo Rossi - España 1982 - 6 goals
Paolo Rossi: "Il mondiale dell'82, un'epoca in cui il calcio era più poesia che business"