Tra il 1961 ed il 1989, Berlino fu lettteralmente divisa a metà da un muro, eretto dai sovietici con lo socopo di isolare la zona di Berlino Ovest, sotto il controllo occidentale, da Berlino Est, sotto il controllo orientale.
In questo modo si tentò di impedire ai cittadini della Repubblica Democratica Tedesca (la Germania Est) di accedere alla Repubblica Federale Tedesca (la Germania Ovest).
Migliaia di persone, attratte dalle prospettive di una vita più libera in Germania ovest, tentarono di oltrepassare il muro nei modi più incredibili, in alcuni casi persino morendo nel tentativo.
Nel 1989 erano cambiate tante cose rispetto al 1961: Erich Honecker, leader del partito comunista della Germania est, si era ormai dimesso, e l’intero blocco sovietico vacillava: sarebbe crollato definitivamente nel 1991.
Dopo una serie di proteste spontanee dei cittadini di Berlino, il governo della DDR fece un annuncio improvviso: si poteva di nuovo viaggiare liberamente verso la Germania ovest.
Il 9 novembre del 1989 i berlinesi accorsero armati di piccone per demolire una volta per tutte l’odiato muro, il cui crollo fu universalmente interpretato come un segno del fatto che la divisione in due blocchi dell’Europa stava definitivamente finendo.
Il trionfo della libertà, a 30 anni dalla caduta del muro di Berlino