Il bigrigio, chiamato così proprio perché era bi-grigio, prodotto dalla FATME, ci riporta alla fine degli anni '70, quando le telefonate si facevano per dirsi qualcosa e comporre un numero di telefono costava attenzione e fatica.
Fu il telefono più diffuso nelle case degli italiano per tutta la prima metà degli anni '80.
Per chi non lo avesse mai utilizzato la procedura era la seguente: si infilava un dito (l'indice era il preferito dai più) in un buco del disco in corrispondenza del numero prescelto e lo si faceva ruotare in senso orario, né troppo veloce né troppo lento, fino al capolinea di metallo. Poi si toglieva il dito e il disco, caricato a molla, tornava nella sua posizione originale. Pronto per comporre un altro numero.
Aprendo una finestra tecnica, il bigrigio trasmetteva alla centrale degli impulsi che venivano contati e riconosciuti, a differenza degli odierni telefoni a tasti, in cui ad ogni numero è associato un suono. Nel telefono a disco non c'erano tasti, opzioni come il viva voce, il repeat, la segreteria, il mute, ma solo i numeri.