Centro di gravità permanente è una canzone che fa riferimento al senso di smarrimento provato da Battiato.
Come Bandiera Bianca e Cuccuruccucù, la canzone basata su un testo giocato, in apparenza, su immagini casuali. Il “centro di gravità” qui citato è il luogo dell'intimità (il "sé" reale) dove il cantautore spera di trovare stabilità, ed essere un semplice osservatore.
Questa esigenza gli permetterà di incontrare personaggi sapienti: "i gesuiti euclidei vestiti come bonzi alla corte della dinastia dei Ming", "i capitani contrabbandieri macedoni" e "la vecchia bretone con un cappello e un ombrello di carta di riso e canna di bambù".
Questi riferimenti culturali provengono probabilmente dalla frequentazione letteraria del mistico Georges Gurdjieff.
Franco Battiato - Centro di gravità permanente